TI (S)CONSIGLIO: Le nuove plastiche per modellare

Qualche tempo fa, su Facebook mi sono imbattuta in un video che illustrava come utilizzare le nuove plastiche per modellare!

 

Immaginate l’entusiasmo mio e quello di altre colleghe che hanno visto il video condiviso… una pasta modellabile che diventa morbida con acqua calda e indurisce in pochi attimi con l’acqua fredda….

Tutte abbiamo visto la fine del DAS che impiega giorni ad asciugare e del FIMO che va cotto in forno…

Così ho acquistato una busta da 250 gr di prodotto su Amazon… non si tratta nello specifico della plastimake del video ma di tale plastimorph… che però nella descrizione e nelle istruzioni sembra identica all’altra.

Super entusiasta mi sono munita di bacinella con acqua calda a 60° e bacinella con acqua fredda…

Dunque… a 60° le perle comiciano effettivamente a diventare trasparenti… però l’acqua tende a raffreddarsi subito… così il primo tentativo è stato una specie di agglomerato di palline…

Allora ho messo l’acqua più calda, ed effettivamente le perle sono diventate malleabili. Tirato fuori dall’acqua (giustamente mi sono scottata perchè ho immerso furbescamente la mano nella bacinella!) l’agglomerato si presentava sì malleabile, ma piuttosto duro… pensando a dei bambini direi difficile da modellare… ma peggio ancora… mentre si lavora comincià già a diventare bianco e a indurire, così ogni minuto dovevo ributtare il tutto in acqua calda per renderlo nuovamente malleabile.

Ho provato a fare una specie di strato da mezzo centimetro e tagliarlo con una formina per i biscotti… tragedia il materiale è troppo duro e il risultato è tutto sfilacciato ai bordi!

Così alla fine ho modellato un cuore a mano, che è venuto tutto irregolare e bitorzoluto… l’ ho buttato in acqua fredda e si è indurito…

Conclusioni?

Per i bambini proprio non va e per gli adulti ci vorranno sicuramente più tentativi per imparare ad utilizzare questo materiale.

Sicuramente l’acqua a 80° e l’indurimento continuo del prodotto lo rendono sconsigliabile da utilizzare in classe…

D’altra parte sulla busta c’era scritto “Sconsigliato ai bambini”… quindi di che mi lamento! 😉

PS: dimenticavo! I rimasugli di plastica nella ciotola con acqua calda si sono, con il raffreddamento dell’acqua, pian piano induriti e attaccati al fondo… 🙁

In seguito a questa nostra recensione un responsabile della plastimorph ci ha contattate per darci qualche suggerimento, ne riportiamo volentieri alcune precisazioni che potrebbero tornare utili a chi decide di provare questo prodotto:

“In merito ai vostri dubbi, vi confermo che la versione da voi testata non è la più adatta ad essere impiegata con i bambini, noi consigliamo la versione “chef design”.
La differenza principale sta nella maggior elasticità del materiale e soprattutto è certificata per uso alimentare per cui può essere usata con sicurezza con i bambini ed è made in europe (attenzione perchè molte altre plastiche modellabile vengono importate dalla Cina).

Proprio in questi giorni abbiamo avviato una collaborazione con la Triennale di Milano che impiegherà Plastimorph Chef Design nei laboratori di creatività dedicati ai ragazzi e bambini delle elementari in workshop quotidiani. Con loro abbiamo studiato il prodotto per renderlo più performante e condividere usi per scopi didattici.

Il materiale in genere si presta poco a creare oggetti super dettagliati con il solo impiego delle mani, in genere consigliamo di impiegare phon industriali e strumenti per lavorazione argilla o cake design per modellare gli oggetti nei dettagli.

In realtà noi sconsigliamo l’uso per bambini, ma incoraggiamo l’uso sotto il supporto dei genitori, ad esempio uno degli impieghi che più piacciono è creare piccoli robot giocattolo con i kit che si trovano su internet (che però rimangono un po’ spigolosi con i circuiti a vista) e creare delle carrozzerie con il plastimorph tirato a foglio, basta poco materiale e il risultato è molto interessante.

La versione chef design invece rimane più morbida per cui si presta maggiormente a creare giochi per bambini.”

Quindi non disperiamo… lasciamo il tempo alla Triennale di Milano di sperimentare il materiale nei laboratori con i ragazzi e aspettiamo speranzose di poterlo usare molto presto anche in aula!

Un commento su " 1”;

Rispondi