Riflessioni – Non è tutto da buttare
16 agosto 2020 – Due mesi dopo la fine
La scuola della quarantena, la famigerata didattica a distanza, si è conclusa circa due mesi fa. Solo ora, dopo un periodo di pausa, si può guardare indietro con un certo distacco.
Le riflessioni a caldo, è risaputo, sono spesso più negative di quelle a freddo, perchè viste attraverso la lente della stanchezza.
Oggi, dopo due mesi di pausa… beh proprio pausa non è stata: con Ginevra abbiamo lavorato notte e giorno per scrivere libri… sì, avete letto bene al plurale… il primo è uscito questa settimana ed è dedicato all’universo Geoforce. Si tratta di un libro per ragazzi in formato e-book con una storia inedita (per saperne di più clicca qui), un altro uscirà a settembre… ma di questo ancora non possiamo parlare, sappiate solo che il nostro contributo è dedicato alla didattica delle dicipline in presenza e a distanza… e infine stiamo ultimando (Cara Editor se stai leggendo, non stiamo mentendo!) le bozze del nuovo quaderno operativo “Imparo con i lapbook Inglese classe 4^” che dovrebbe uscire all’inizio del 2021…
Dove eravamo rimasti? Ah sì, dopo un “certo” riposo ho deciso di fare qualche riflessione sulla DAD, su quello che ci aspetta a settembre e condividere con voi come penso di organizzarmi. Perchè purtroppo, stando alle notizie battute nelle ultime ore, sembra proprio che siamo destinati a convivere un altro anno con Covid-19.
Come anticipavo nel titolo… “non è tutto da buttare”! Per prima cosa ho riletto tutti gli articolo della rubrica #IOINSEGNODACASA e devo dire che a distanza di tempo mi reputo piuttosto soddisfatta di quanto proposto ai bambini per questo anno scolastico,
Non voglio dire che siano state tutte rose e fiori, ci mancherebbe… le criticità sono state tante:
- mancanza di dispositivi;
- connessioni lente e in alcuni casi quasi inesistenti;
- difficoltà a raggiungere alcune famiglie;
- autonomia degli alunni nel gestire i compiti;
- poca conoscenza di alcuni aspetti della G-suite sia da parte degli alunni che da parte della maestra (perchè un conto è usare la piattaforma a supporto della didattica in aula e un conto è fare tutto sulla piattaforma);
- difficoltà a calcolare il carico di lavoro da assegnare;
- difficoltà a calcolare le tempistiche (avete mai notato che una cosa che in classe si svolge in 10 minuti a casa necessita più di un’ora?);
- mancanza di strumenti adeguati;
- tempi lunghi di correzione (avete notato che quello che in classe correggiamo in 10 minuti a casa ci vuole più di un’ora? Evidentemente non è un problema solo degli alunni!);
- mancanza di organizzazione famigliare e gestione di tempi definiti casa – lavoro (praticamente era diventato solo lavoro);
- difficoltà a capire quanto gli alunni capivano e “portavano via” di quanto fatto in sincrono e asincrono e la conseguente valutazione.
Questi i problemi che ho trovato più pesanti e difficili da gestire, ci sarà stato sicuramente qualcos’altro ma non sufficientemente importante da sopravvivere ai due mesi di stop.
Ora analizzerò i punti precedenti, vi racconterò come li ho gestiti e le riflessioni scaturite al riguardo.
- La mancanza di dispositivi si è per fortuna risolta con l’assegnazione di computer e tablet in incomodato d’uso, la difficoltà maggiore è stata la tempistica ma abbiamo risolto il tutto in 3-4 settimane, durante le quali gli alunni si sono barcamenati con il cellulare.
- Purtroppo la questione della connessione è stata in alcuni casi impossibile da risolvere, ho ovviato realizzando appositi video molto corti e mirati per la spiegazione di regole e procedure e registrando tutte le lezioni in sincrono in modo che gli alunni che avevano problemi di connessione non si perdessero nulla. Entrambe le soluzioni si sono rivelate buone e da un confronto con i genitori alla fine del percorso è emerso che i video pillola sulle regole sono stati molto apprezzati, al punto che continuerò a realizzarli anche quest’anno a supporto della spiegazione in classe, così che i bambini possano sempre accedere ad una banca video con tutte le informazioni più importanti.
- Raggiungere le famiglie non è sempre facilissimo, le armi vincenti sono state la pazienza e la perseveranza. Alla fine tutto è bene quel che finisce bene.
- Il discorso dell’autonomia è stato davvero singolare. In classe lavoriamo molto su questo aspetto e la cosa interessante è che bambini molto autonomi e ben organizzati in aula sono andati in crisi a casa e viceversa bambini che chiedono sempre aiuto e sono meno autonomi in aula hanno tirato fuori il meglio dimostrandosi molto autonomi a casa. Qui ho risolto facendo alcuni video sulla gestione della piattaforma (dove trovare i compiti, come aprirli, come utilizzare il calendario) e realizzando una scheda per l’organizzazione giornaliera e settimanale dei compiti.
- Per le scarse conoscenze di G-suite mi sono rimboccata le maniche, ho seguito videotutorial e mi sono iscritta ad alcuni corsi di aggiornamento. Man mano che introducevo nuovi strumenti realizzavo dei brevi videoclip per i bambini in modo da renderli autonomi. All’inizio della quarantena i bambini sapevano aprire classroom e guardare i compiti, oggi sanno utilizzare le varie sezioni di classroom (stream, compiti assegnati, calendario), sanno utilizzare Meet e le sue estensioni, sanno utilizzare Hangouts per messaggiare e chiedere velocemente informazioni, sanno commentare e pubblicare un post su classroom, sanno utilizzare google moduli (qualcuno anche crearli), realizzano presentazioni in google slides e hanno cominciato a utilizzare Jamboard. Infine utilizzano anche google documenti: sanno creare nuovi documenti, condividerli con i compagni e lavorano in piccoli gruppi su Meet utilizzando i file condivisi. Sanno fotografare i compiti e condividerli sulla piattaforma, girano video se necessario. Insomma hanno acquisito notevoli competenze informatiche. Per settembre conto di fare qualche sessione in aula informatica per rispolverare tutto. Ho anche proposto al Dirigente la possibilità di lavorare in classe portando i dispositivi da casa (BYOD), perchè mi sono resa conto che strumenti come PEAR DEACK permettono agli alunni di partecipare tutti in maniera attiva sempre. Inoltre, dovendo tenere le distanze con i banchi si potrebbe lavorare con le cuffie in stanze di Meet su file condivisi.
- Difficoltà a calcolare le tempistiche e il carico, per risolvere questi problemi ci sono volute alcune settimane e la pausa di Pasqua, infatti all’inizio siamo partiti un po’ troppo “lanciati”, il pronostico era di stare a casa due settimane e quindi presi dall’entusiasmo abbiamo sperimentato di tutto. Con la pausa di Pasqua e dopo aver ormai la certezza che si sarebbe trattato di un percorso a lunga distanza ho ripreso in mano il programma, ho evidenziato gli obiettivi imprescindibili per la classe terza e ho preparato un programma suddiviso sulle settimane rimanenti. La scuola ci ha lasciato scegliere come impostare le lezioni e la loro frequenza. Io ho scelto il contatto giornaliero. Tutti i giorni facevamo un’ora di videomeating che veniva registrato per chi non poteva essere presente. Un giorno sì e uno no facevo anche un’ora di sportello per supportare i bambini in difficoltà con i compiti. All’occorrenza abbiamo fatto anche lezioni personali su appuntamento. Ogni giorno svolgevamo un’attività di italiano e una di matematica. Se in sincrono facevamo italiano, i bambini facevano da soli matematica e viceversa. Per storia ho utilizzato un approccio di didattica capovolta, mandavo da vedere video e leggere approfondimenti e poi ne parlavamo durante i videomeating. La cosa che ho ritenuto davvero importante è stata quella di non limitarmi alla didattica, abbiamo conservato i nostri momenti di chiacchiere a inizio lezione, abbiamo celebrato la giornata mondiale del libro con un pigiama party, abbiamo fatto un’ uscita didattica virtuale, parlato di educazione ambientale, realizzato lavoretti, compiuto osservazioni scientifiche, festeggiato compleanni e fatto anche lo spettacolo di fine anno! Insomma non ci siamo fatti mancare nulla!
- Per la postazione devo dire che portando un po’ di attrezzatura da LIM, sono riuscita ad organizzarmi abbastanza velocemente, tra pc, webcam, tablet, Jamboard e tavolo delle riprese alla fine sono riuscita a rispondere a tutte le necessità.
- Le correzioni sono state un punto dolente, all’inizio abbiamo usato la modalità “fai una foto del compito e inviamela”, ma tra foto sgranate e scure era un disastro, senza contare che correggere sopra un’immagine non era molto veloce. Per molti compiti ho introdotto l’autocorrezione, inviando qualche giorno dopo le soluzioni, in altri casi inviavo il compito e facevamo la correzione in sincrono, questa modalità l’ho utilizzata per storia dove era necessario dare qualche spiegazione in più o per gli esercizi di grammatica. Per gli esercizi di calcolo invece ho scelto l’autocorrezione. Poi, man mano che le nostre competenze informatiche miglioravano ho cominciato ad inserire i moduli di google a utilizzare app per realizzare giochi interattivi e abbiamo cominciato a svolgere compiti scritti su google moduli e google slide. Sicuramente se quest’anno dovesse ripresentarsi la DAD partirei molto più serena e organizzata e utilizzerei queste soluzioni fin da subito.
- La cosa che ho sofferto maggiormente è stata la mia incapacità di definire i tempi scuola e i tempi casa. Mi alzavo, accendevo il computer, mandavo i compiti, impostavo una lavatrice, mi connettevo per lo sportello, poi videomeating. Preparavo il pranzo, stendevo la lavatrice, pranzavo e poi al pc a correggere i compiti, merenda, poi preparare video e materiali per la lezione del giorno dopo, mettere su la cena, rispondere a qualche messaggio dei bambini sulla piattaforma e ridendo e scherzando erano le otto di sera. Un continuum che mi ha assorbita fino a Pasqua, poi con la pausa ho fatto un po’ di aggiustamenti, cercando di darmi degli orari più simili a quelli della vita a scuola. Tuttavia il disagio c’è stato e fino alla fine è rimasta anche la sensazione di non avere più un luogo dove staccare. Se la DAD dovesse ripresentarsi penso che organizzerei lo spazio a casa in maniera diversa, individuando una stanza o una postazione dove fare solo scuola e creaer così un distacco con le latre attività.
- Concludo questa panoramica con una delle difficoltà più grandi, cioè capire quanto gli alunni hanno appreso in questa modalità e la valutazione. Sicuramente ho trovato molto valido svolgere videomeating tutti i giorni, questo mi permetteva di fare domande e vedere subito se c’erano dei dubbi. L’introduzione di PEAR DECK mi ha permesso di valutare in simultanea la risposta di tutti senza il rischio che i bambini si condizionassero gli uni con gli altri. Solo il rientro a settembre potrà pemetterci di capire davvero cosa ha funzionato. In base agli argomenti che i bambini ricorderanno di più dovrò fare mente locale per capire quale delle molte modalità ho usato in quell’occasione e segnarmi la sua validità. L’altra cosa che ha funzioanto molto bene è stato lo sportello che ha permesso ai bambini di collegarsi e chiedere aiuto mentre svolgevano i compiti.
Riassumendo direi che sono soddisfatta. Sebbene ci siano state molte criticità queste sono state gestite e la maggior parte delle volte risolte completamente. Come già detto mi piacerebbe introdurre l’utilizzo dei dispositivi in aula e sicuramente continuerò a girare i video pillola in modo che gli alunni abbiano sempre la spiegazione a disposizione. Per i compiti a casa utilizzerò ancora google moduli, learningapp e la G-suite. Stavo anche ragionando sulla possibilità di fare qualche lezione interattiva con Pear Deck in aula informatica!
Quindi nonostante la fatica e l’incertezza, ho imparato tanti nuovi modi di fare scuola, che non andranno nel dimenticatoio con la fine della DAD. Quello che c’è di buono lo terrò per integrarlo nella didattica in presenza!
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